Un trecciato per ogni occasione

 Scegliere il trecciato ideale per ogni tipologia di pesca

Un caffè con Marco Mancinelli






Ciao Marco grazie per aver accettato l’invito.

 

Grazie a te

 

Posso offrirti un caffè?

 

Si grazie

 

Marco, come tu sai "al bar dei pescatori" ci piace curiosare molto nella vita dei protagonisti che invitiamo, ed anche tu non puoi scappare. Prima di affrontare l’argomento del giorno raccontaci un po’ di te, di come è iniziata la passione per la pesca.

 

 

Come molti Riminesi anche mio babbo aveva una barchettina che utilizzava per pescare a poche miglia dalla costa sgombri, sugarelli, mazzole, pesci che si insidiavano da ormeggiati con la sarda come esca. Uscendo con lui ho iniziato ad avvicinarmi alla pesca poi, come tutti i ragazzini mi sono incuriosito ho iniziato a leggere riviste ed approfondire la materia. A 15 anni comprai la prima canna da spinning per provare ad insidiare i famosi sgombri ma con pochi risultati. Circa un anno dopo mentre tentavo di pescare Bass alla cava qui a Rimini incontrai colui che per primo mi ha insegnato la vera pratica dello spinning sia in mare che in acque interne. Sto parlando dell’attuale presidente dello spinning club della mia città che con il tempo è diventato anche uno dei miei migliori amici. Con lui ho appreso la pesca dello spinning in tutte le sue forme come ad esempio la pesca a spinning al boccalone, alle cheppie, lo spinning in mare eccetera.

 

Scusa Marco, ti fermo solo un secondo, per i meno avvezzi diciamo che la cheppia (alosa fallax ) detta anche salmone italiano è una preda perfetta per appassionarsi allo spinning, un pesce difficile da catturare e molto tosto da combattere. Sarà stata colpa della cheppia se sei diventato un ottimo pescatore di spinning offshore?

 

Ah ah ah può darsi!

 

Continua pure….

 

Come dicevo dopo l’incontro con il presidente dello spinning club è nata la mia passione per lo spinning al predatore. Successivamente ho fatto qualche viaggio anche all’estero come ad esempio in Irlanda per la pesca al luccio e in Italia tanto spinning alla trota. Poi nel 2013 ho conosciuto altri ragazzi che già praticavano lo spinning pesante in mare, mi sono aggregato per provare e da li non ho più smesso.

 

E poi ti sei anche avvicinato alle competizioni….

 

Considera che ho sempre praticato sport, in particolare la pallavolo, perché per me l’adrenalina della gara, la preparazione pre gara, lavorare con un obiettivo sono tute cose che mi piacciono. Nel 2015 ho comprato il primo gommone in società con un amico, cominciando a fare gare locali quando ancora non esisteva il campionato italiano di spinning al tonno. Nel 2018 abbiamo partecipato al Campionato Italiano e lo abbiamo vinto. Poi per motivi di lavoro non ho più potuto coltivare l’attività agonistica; nonostante esca con una buona frequenza non ho il tempo per prepararmi per le competizioni.



Marco Mancinelli in combattimento

 

Ottimo, veniamo adesso a quello che è l’argomento di oggi ossia: i trecciati. 

 

Il trecciato, come del resto tutta l’attrezzatura, è come un vestito su misura, ed è di fondamentale importanza capire esattamente che tipo di attività andrà a fare l’amico pescatore prima di suggerirgli l’acquisto di un prodotto. Se questa regola vale ovviamente per tutte le attrezzature, a maggior ragione, ha un ruolo importantissimo nella scelta dei trecciati. Parallelamente è bene ricordare che i prodotti di qualità costano, perché adottano tecniche di lavorazione che li rendono molto più performanti dei prodotti di bassa gamma, ciò però non vuol dire che sia necessario fare investimenti costosi. Sottolineo la parola investimenti perché per me acquistare bene non è una spesa ma bensì in investimento che dura nel tempo e, soprattutto non ti delude nel momento più importante: quando allami il pesce della vita! Io ho un motto che uso spesso, “acquistare bene una volta è meglio che spendere male due”. 

 

Ti ringrazio di aver portato questo esempio, perché uno dei problemi che ho riscontrato, specialmente tra i principianti, è quello relativo ad una spesa inadeguata, cioè acquistano attrezzature super economiche perché non si sentono ancora all’altezza, ma solo dopo poco tempo si rendono conto che sono attrezzature inaffidabili anche per la loro attività. Continua pure Marco..

 

Il primo fattore da considerare nella scelta di un trecciato è, ovviamente, relativa alla tipologia di pesci da insidiare. Se ad esempio si decide di bobinare un mulinello per la pesca a spinning a pesci medio piccoli come sgombri, piccoli alletterati, palamite, ecc...,un trecciato a quattro capi è più che sufficiente ed in questo caso il costo si riduce drasticamente pur utilizzando un prodotto di qualità. Dove si vede la qualità in un prodotto che non necessita di grandi carichi di rottura…… nel diametro. Un trecciato con un diametro più sottile garantisce anche ad un principiante di lanciare abbastanza lontano da poter insidiare i pesci senza doversi avvicinare troppo, garantendo così qualche cattura in più e tanto divertimento.

Questa caratteristica si evidenzia ancora di più se si parla di pesca alla spigola da terra. Un trecciato con un diametro bello rotondo, molto sottile e con un trattamento di ceratura esterna, rispetto ad un tipo di filato grosso, ruvido e piatto, ti permette di lanciare più lontano e di raggiungere le zone di pesca ideali, ottenendo sicuramente più risultati.

Rimanendo sempre nell’ambito dello spinning, ad esempio, nella pesca al tonno, il trecciato ricopre un duplice importante ruolo. Il primo, lo abbiamo già detto, un prodotto di qualità ti permette di lanciare più lontano avvicinandoti alle mangianze e quindi di avere più opportunità di ferrare un pesce; il secondo punto riguarda sia la sicurezza che il portafogli. Adottare un trecciato inadeguato sia come calibro che come qualità si rischia di spezzare il multi filo durante il combattimento con conseguenze alcune volte gravi, ma soprattutto con il pesce se ne va anche l’artificiale che mediamente ha un costo importante per questo tipo di pesci. Quindi, ricapitolando, acquistare un prodotto non idoneo comporta rischi per la propria incolumità, insoddisfazione per non aver portato a termine un combattimento, un aggravio di costi per il portafogli perdendo l’artificiale e ultimo ma non ultimo, anzi direi per primo, danno ambientale mandando via un pesce con un corpo estraneo in bocca, al quale è legato un filo che potrebbe anche andare in bocca al pesce e soffocarlo o più semplicemente impedirgli di mangiare, andando sicuramente in contro ad una morte per denutrizione.


E per le altre pesche che non siano a spinning cosa puoi dirci?

 

Sia nel vertical jig che nel bollentino di profondità le regole rimangono le stesse. La scommessa delle aziende è quella di realizzare prodotti sempre più sottili e sempre più resistenti mantenendo un’ottima scorrevolezza. Ugualmente vale anche per il drifting e la traina.

Vorrei anche aggiungere che c’è una sostanziale differenza tra tirreno e adriatico nella scelta del trecciato, che non dipende dalla limpidezza dell’acqua, come si potrebbe immaginare, ma dipende dalle abitudini dei pesci. Ad esempio i tonni in adriatico non disdegnano esche da spinning grandi che a sua volta richiedono trecciati con carichi di rottura superiori, partono dall’85 lb fino ad un 112 lb, mentre in tirreno dovendo utilizzare esche come i jig, stick piccole, le gomme, artificiali che richiedono trecciati con libraggio più basso(64-70 lb). Anche per gli alletterati c’è differenza, in adriatico, specialmente nel periodo pre frega, raggiungono dimensioni tali da non permettere l’utilizzo di trecciati con carichi di rottura troppo bassi. In adriatico posso raggiungere i 10 – 12 kg per cui sono necessari filati con carichi di rottura di 40 – 48 lb mentre in tirreno sono presenti esemplari decisamente più piccoli che possono essere insidiati con trecce da 28 – 30 lb.

 

Quindi per concludere possiamo dire ad ognuno il suo trecciato purchè non sia sottodimensionato! Ho fatto anche la rima!!

 

Bravo!

 

Grazie! 


Bene ringrazio Marco Mancinelli per il tempo che ci ha dedicato e spero di riaverti presto qui “al bar dei pescatori”. 


Per oggi cari amici pescatori è tutto “PASSO E CHIUDO”.


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