Alla scoperta di Dangerous Lures


 Quattro chiacchiere con Carlo Melis

Da artigiano a brand apprezzato anche fuori dal mediterraneo. Attraverso il racconto di Carlo Melis scopriremo come nasce un produttore di esche artificiali.


Ciao Carlo, grazie di aver accettato il mio invito e di essere qui "al bar dei pescatori"

Grazie a te 

Oggi con te vorrei fare una cosa un po' diversa dal solito, mi piacerebbe che tu raccontassi la tua storia. Molti appassionati conoscono i tuoi artificiali ma non sanno chi c'è dietro. Scopriamo chi sei..... Raccontaci prima di tutto qualcosa di te.

Come potrai intuire, dal mio accento, sono sardo di nascita, e più precisamente Cagliaritano. Dalle mie parti tutti vanno a pesca; in particolare, per i bambini possedere una canna è una consuetudine.

Quindi anche tu hai iniziato presto ad avvicinarti alla pesca

Si, mio padre, i miei zii, i miei cugini, andavano tutti a pesca, e mi hanno trasmesso la passione. Ho iniziato con la canna fissa di bambù e il cestino di vimini per il pescato. Sono stato subito affascinato dal pesce serra, che dalle mie parti era presente gia trenta anni fa.

Se non ricordo male il sud della Sardegna è stata una delle prime zone dove si è stanziato.

Credo di si, ricordo che i vecchi pescatori lo odiavano perchè attaccava le esche vive come i grossi cefali ed impediva la cattura delle prede XXL come ricciole o lecce.

E poi cosa è accaduto?

Nel 2009 mi sono trasferito a Bologna, bellissima città ma purtroppo non sul mare, e quindi mi sono adattato ed ho cominciato a pescare nei fiumi. E' stato mio suocero ad introdurmi allo spinning in acque interne. 

Quindi non più esche vive come in Sardegna ma minnow e esche rotanti per la pesca a spinning.

Si esatto, e debbo dire che mi hanno subito affascinato. Il pensiero di riuscire ad ingannare il pesce con un'esca artificiale mi ha colpito fin da subito. 

Quando sei passato all'autocostruzione

Quasi subito, ho sempre avuto la passione per il bricolage, per le attività manuali con il legno; è stato mio padre a trasmettermela. Da lui ho imparato a trovare una soluzione per qualsiasi problema. L'autocostruzione degli artificiali rappresenta proprio questo insegnamento, per cui, dopo qualche anno di pesca, ho cominciato a sperimentare i primi minnow autocostruiti. Grazie ai consigli di Roberto Leso (RL Minnow) che mi ha aiutato con alcuni suggerimenti.

Quindi diventi pescatore di spinning ma subito anche autocostruttore. 

Più o meno,  per la verità i primi esperimenti li ho fatti costruendo degli ondulanti con i tappi di birra, seguendo dei tutorial in rete.

E poi come sei passato all'acqua salata?

Come tutti i Bolognesi in estate si frequenta la riviera romagnola, ed io, ho cominciato a pescare a spinning in diga a Porto Corsini ed a catturare i primi serra con esche commerciali. La cosa mi è piaciuta per cui ho deciso di approfondire la tecnica e le caratteristiche per poter poi realizzare i primi artificiali da mare. Sicuramente la cattura di una leccia di 17 kg. ha contribuito molto nello spingermi verso lo spinning in mare. Un pesce così da sensazioni uniche specialmente se catturato a spinning.


Ad un certo punto è nata Dangerous Lures..

L'attività ufficiale è nata nel 2015 grazie all'incontro con un ragazzo che tutt'oggi è uno dei miei migliori amici. Il contatto è avvenuto attraverso i social anche se siamo entrambi residenti a Bologna. Abbiamo iniziato con qualche needel e popper in legno,  per soddisfare le prime richieste. Lui molto bravo con l'aerografo io più "costruttore".

E poi?

Fortunatamente le richieste sono aumentate, ma anche l'impegno e quindi il mio compagno di avventura ha dovuto, suo malgrado, lasciare. Contemporaneamente sono passato alla realizzazione di artificiali in resina, anche se più difficili da bilanciare, mi permettevano una maggiore produzione rispetto al legno.

Raccontaci un po' come crei i tuoi prodotti

Da quando ho deciso di costruire le prime esche artificiali ho pensato fosse meglio non provare e non utilizzare più prodotti di altri, proprio per non essere influenzato. A mio avviso ogni prodotto in commercio ha una sua logica che deriva da tutta una serie di fattori alcuni visibili altri invisibili, per cui è meglio non farsi influenzare e cercare di trovare una soluzione dalla A alla Z ragionando esclusivamente con la propria testa. Ho grande stima per gli altri brand specialmente quelli italiani, ma credo che ognuno deve proporre le proprie soluzioni, partendo dalle proprie idee e intuizioni. 

Mi sembra un pensiero logico, continua pure...

La prima cosa che ho fatto quando ho cominciato a commercializzare i miei artificiali ho ripercorso il mio passato da pescatore ed ho cercato di fissare, quelle che per me erano, le caratteristiche principali. Ho cercato di prediligere la facilità di nuotata e la lunghezza di lancio. Tutte le mie produzioni debbono rispecchiare, più o meno, queste due importanti qualità.

La facilità di "animazione" rende sicuramente un artificiale facile da usare anche per i principianti !

Non solo, anche chi ha esperienza può trarre vantaggio da un artificiale facile da muovere. Immagina quando sei su di una mangianza con altri pescatori, devi pensare a dove lanciare, devi pensare a non intrecciarti con gli altri, e contemporaneamente devi far nuotare il tuo artificiale, non è sempre facile anche per chi ha esperienza.

Mentre la lunghezza di lancio garantisce la possibilità di essere utilizzati sia per lo spinning offshore che inshore.

Bhe si, per lo spinning da terra è una condizione quasi indispensabile per garantirsi qualche preda in più. Dalla barca invece può diventare un vantaggio quando si trovano pesci svogliati che al primo rumore affondano immediatamente, lanciare da più lontano alcune volte rende più divertente e proficua la giornata di pesca.

Hai incontrato difficoltà in questi anni di produzione?

Come ti dicevo ho abbastanza manualità per cui mi sono orientato subito nel realizzare i miei artificiali, certo le difficoltà sono tante, trovare la giusta miscelazione delle resine con le microsfere, posizionare correttamente le zavorre interne. Anche la resina di finitura può essere impegnativa, deve essere bella, trasparente e senza bolle. Negli anni gli artificiali venuti male non si contano. Poi con il tempo ti strutturi meglio, trovi i prodotti più idonei e, cominciando a monetizzare, puoi acquistare le attrezzature adatte ad una produzione di qualità superiore.

Come sei approdato alle stickbait per la pesca ai grandi pelagici?

La decisione è arrivata dopo l'incontro con Marco Lacchini, personaggio che non ha certo bisogno di presentazione. Era il 2018 e stavo già pensando alla realizzazione di una linea di stickbait ma la poca esperienza sul campo come pescatore mi tratteneva. Purtroppo non possiedo una barca e non abitando direttamente in prossimità del mare mi è difficile sperimentare con assiduità le mie creazioni, ma ho risolto raccogliendo indicazioni dai miei amici pescatori. Ad una fiera ho conosciuto Marco e devo dire che mi ha dato un paio di dritte veramente utili. Anche l'entusiasmo che ha dimostrato provando i primi prototipi mi ha dato la spinta per continuare sulla strada che avevo intrapreso. 

Ad oggi cosa hai in gamma?

Ho 3 stickbait da 130, 165 e 210 mm., il needle, 2 WTD da 90 e 130 mm. ed un popper da 150 mm. alcuni con diverse declinazioni di peso e di azione.

Progetti per il futuro?

Il 2021 è stato un anno di transizione a causa del Covid-19, ma sto già lavorando ad una revisione di alcuni prodotti e ad alcune novità per la primavera.

Sono molto curioso di vedere cosa proporrai, intanto ti ringrazio di esserti "confessato" qui "al bar dei pescatori", è stato veramente un piacere.

Anche per me è stato un piacere, è giusto che gli appassionati sappiano cosa c'è dietro un prodotto artigianale fatto con passione......

Cari amici oggi abbiamo conosciuto Mister Dangerous Lures, e come al solito "PASSO E CHIUDO"



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